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"L'AMORE E' UNA MALATTIA E IL MATRIMONIO E' LA SUA CURA"

(Orhan Pamuk, "La stranezza che ho nella testa" - 2014)

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Può sembrare paradossale parlare dell'amore come "crimine" o "delitto" eppure, da sempre, si narrano drammi, conflitti e tragedie compiuti nel suo nome.

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L'amore rappresenta il più sublime rapimento dei sensi e, nello stesso tempo, il più lancinante tormento; il più elevato sentimento e la più bassa espressione delle miserie personali; il massimo senso del sacrificio e, all'opposto, il più truce egoismo; la dolcezza avvolgente, ma anche la terrificante crudeltà.

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Molti affermano che quella del rapporto di coppia è una condizione impossibile. Come potranno mai due persone qualsiasi, che hanno ricevuto dalla propria famiglia d'origine un modello riguardo a qual è il "giusto" modo di pensare e di fare le cose, vivere in rapporto reciproco con un minimo grado di compatibilità?

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Alcuni studiosi considerano il rapporto di coppia come una forma di malattia mentale, una specie di folie à deux, e ritengono che, in certe condizioni, l'unione di coppia generi "demoni pieni di odio a partire da persone assolutamente gentili".

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Ma tutti sappiamo che la coppia può essere un'esperienza arricchente, nonché probabilmente l'unico modo per diventare esperti di rapporti interpersonali e il confine tra sistema di benessere oppure degradazione dello spirito umano è decisamente labile.

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La coppia è un'operazione matematica in cui 1 + 1 è uguale a 3.

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"Ti dirò una cosa ancora più ovvia: noi non siamo che degli analfabeti dal punto di vista sentimentale; ci hanno insegnato tutto sull'anatomia, sull'agricoltura in Africa, che la somma dei quadrati costruiti sui cateti è uguale al quadrato costruito sull'ipotenusa, eccetera eccetera... Ma non ci hanno insegnato una sola parola sulla nostra anima. L'ignoranza su noi stessi e sugli altri è tragicamente totale".

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Così Ingmar Bergman fa dire al protagonista maschile di "Scene da un matrimonio".

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La caduta del desiderio, il venir meno della complicità, l'infrangersi del "principio di esclusività" e il più generico mancato senso di riconoscimento all'interno della coppia rappresentano aree critiche sulle quali è però possibile lavorare, sempre con "spirito pragmatico" e con un approccio di breve durata, nel tentativo di riportare nuovi equilibri e nuove piacevolezze là dove l'abitudine e il tempo hanno creato distanze, rancore e disamore.

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