Il tempo del lettino e dei percorsi psicologici interminabili è finito.
L'approccio strategico è una vera e propria scuola di pensiero su "come" gli essere umani si rapportano alla realtà, o meglio, su come ognuno di noi si relaziona con se stesso, con gli altri e col mondo.
E che ha come sue radici la filosofia del costruttivismo radicale, la saggezza dei sofisti greci, l'acutezza degli stratagemmi orientali, la pragmatica della comunicazione umana e il problem solving strategico.
Il mondo della psicologia, con poco più di 100 anni sulle spalle, conta oltre 70 modelli di riferimento. Orientarsi in questo labirinto, per chi si trova in un momento di difficoltà, non dev'essere affatto agevole...
In modo pragmatico e senz'altro troppo sintetico cercherò di presentare una sorta di mappa che permetta di chiarire, a chi non è del settore, il modus operandi del "professionista dell'anima" che si riconosce nella psicologia strategica.
Quindi, dicevamo, se decidessi di rivolgerti ad uno psicologo strategico, cosa ti devi aspettare?
Che ti aiuti a risolvere il problema per il quale hai deciso di rivolgerti a lui (e fino qui, niente di particolarmente originale... Ma ti prego, non mi venire a parlare di diagnosi, preferisco parlare di problema);
Che dopo massimo 10 sedute, nel caso in cui non si vedessero risultati apprezzabili, si assuma la responsabilità di dirti di non essere stato in grado di aiutarti (non esiste uno psicologo adatto a tutti i pazienti e non esiste un approccio adatto a tutte le problematiche; ma ciò che più interessa è di evitare di dar vita a lunghi e "sofferti" percorsi psicologici che, nel tempo, non faranno altro che intensificare il problema: primo non nuocere!);
Che sia focalizzato su come il tuo problema funziona oggi, senza doversi dilungare sull'indagare il tuo lontano passato (ormai è stato ampiamente dimostrato come la nostra memoria sia fallace nel ricordare gli eventi remoti e gran parte dei problemi non sono dovuti a ciò che ci è successo un tempo, ma a ciò che facciamo - di sbagliato - ora!);
Che ti veda una volta la settimana solo per i primi colloqui e, non appena la situazione comincia a migliorare, che ti proponga di ridurre la frequenza degli incontri (l'obiettivo è quello di farti camminare sempre più con le tue gambe, evitando che si determinino meccanismi di dipendenza);
Che ti "prescriva" certi compiti da svolgere tra un colloquio e l'altro, al fine di provocare quel cambiamento che stai cercando (ebbene sì, ti viene chiesto di lavorare anche a casa! Vuoi davvero risolvere il tuo problema o sotto sotto ti va bene così com'è? Lo psicologo strategico ti mette alle strette!)
Sentirsi a proprio agio è una condizione irrinunciabile e imprescindibile per chi decide di intraprendere un percorso di cambiamento e di evoluzione di sé.
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