Per uno che arriva alla meta, quanti si perdono per strada? Si pensa con troppa facilità che volere sia potere. Per certi aspetti è senz'altro così, ma prestare un pizzico di attenzione ai grandi motivatori può essere di aiuto, per non arrivare a compiere, come si dice dalle nostre parti, "il passo più lungo della gamba".
Chi più di Icaro "il Desiderante" fu follemente affamato? Volle avvicinarsi al sole, come nessun uomo prima, ma questo gesto gli costò la vita.
Avrebbe fatto meglio a desistere?
Sarebbe bello poter conoscere i suoi pensieri prima dello schianto al suolo. Avrà maledetto la sua ambizione o avrà apprezzato fino all'ultimo l'averci provato?
Nessuna facile risposta, ognuno trovi la propria.
Ma una cosa è certa: tanto più forte e desiderato è l'obiettivo che vorremmo raggiungere, tanto più stiamo rischiando noi stessi e il nostro benessere.
Il rischio apre la porta alla sofferenza. E questo vale per le situazioni professionali come per quelle sentimentali, finanziarie e a tutti nostri obiettivi di vita.
Quindi è meglio non rischiare?
Assolutamente no! Una vita condotta senza esporsi ad alcun rischio nei confronti di obiettivi che desidereremmo raggiungere, è una vita destinata a portare con sé un mare di rimpianti da cui, prima o poi, si verrà travolti.
Ciò che mi interessa è di invertire il ragionamento e di sottolineare che è a partire dal rapporto che abbiamo con la sofferenza che possiamo valutare al meglio fin dove possiamo ambire.
Perché parafrasando De Andrè, sofferenza "non bussa, lei entra sicura" e non se ne può uscire con facili scorciatoie.
Se tutto va bene raggiungeremo l'obiettivo, ma se le cose non andassero come preventivato, meglio non farsi trovare impreparati e sorpresi dalle conseguenze negative che ci ritroveremmo inevitabilmente a vivere sulla nostra pelle.
L'unica strada da seguire per affrontare la sofferenza è passarci attraverso. Soffrire, per cessare di soffrire. Per riuscire a trasformare il dolore dell'esperienza in un'insegnante di vita.
Come in una palude, chi pensa di affrettare i tempi nel tentativo di uscirne, non fa altro che condannare se stesso a sprofondare e a rimanerne inghiottito.
Chi si vuole salvare deve procedere lento, lasciarsi andare fino a toccare il fondo per potersi dare la spinta per tornare su; riempire i polmoni d'aria per un attimo e poi di nuovo lasciarsi immergere, in un saliscendi che dovrà continuare lentamente, fino a quando non si giungerà a riva.
Pertanto, il motto di Steve Jobs continui pure a guidarci. Guai a chi, per la paura di soffrire, non si concede traguardi ambiziosi. Perché, come affermava T.S. Eliot, "solo chi rischia di andare troppo lontano avrà la possibilità di scoprire quanto lontano si può andare".
Ma in termini psicologici, ricordiamoci che l'ambizione porta con sé un possibile costo da mettere in conto.
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